In piena emergenza coronavirus, tra marzo e aprile, oltre 4 imprese su 10 hanno visto dimezzare il valore del loro fatturato e oltre la metà prevede una mancanza di liquidità per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020. La pandemia di coronavirus costituisce una sfida per l’economia europea e per le condizioni di vita dei cittadini. Durante questa crisi sanitaria è fondamentale non solo proteggere i settori critici della nostra economia, ma anche i nostri beni, le nostre tecnologie e le nostre infrastrutture e soprattutto occorre tutelare i posti di lavoro e i lavoratori. Abbiamo cercato di snocciolare la questione con Valerio Miccoli, CEO di Getter.
Il Coronavirus è la più grave crisi economica dal Dopoguerra. Manager, imprenditori e leader aziendali sono chiamati a scelte importanti e in una fase così delicata e dolorosa, occorre assumere un approccio razionale, energico. In molti si domandano: cosa sarà del mio business dopo la pandemia?
Il coronavirus rappresenta una delle sfide più grandi che ogni impresa deve affrontare, quasi come una selezione naturale dove la capacità di adattamento è la skill necessaria per la sopravvivenza.
Il business di ognuno di noi sarà diverso, cambierà e si dovrà adeguare al nuovo modo di interagire con il proprio mercato, offrendo soluzioni in grado di soddisfare I clienti diversamente da come è stata l’operatività prima della pandemia. Solo cosi possiamo continuare a tenere in vita la nostra azienda.
In un recente articolo su Harvard Business Review, si pensa che l’emergenza covid-19 non porterà necessariamente a chiusure di aziende e licenziamenti. Qual è lo scenario che si potrebbe aprire?
Sinceramente spero che l’articolo in questione abbia ragione!
Lo scenario credo però sia diverso, alcune realtà imprenditoriali possono utilizzare ammortizzatori sociali e forse riusciranno a tutelare I loro dipendenti, ma esistono imprese che non possono beneficiare dei sussidi, quest’ultime sono le aziende a maggior rischio di chiusura o riduzione del personale.
Tutto dipenderà da come il Sistema politico tutelerà le aziende e da come le aziende sfrutteranno tempo e risorse per adeguarsi al mercato. Il cambiamento destabilizza ognuno di noi, porta con sè incertezza e variabili ma solo facendo cose mai fatte che inizieremo ad avere risultati diversi dal solito.
Parliamo di smart working. E’ stato prorogato il ricorso allo smart working in tutto il territorio nazionale per ogni rapporto di lavoro subordinato, anche in assenza degli accordi individuali. Quali sono i pro e i contro?
Lo smart working ha portato con se molti vantaggi, uno dei quali è permettere ai collaboratori e dipendenti di poter continuare a lavorare da casa, sembra che abbia anche aumentato la produttività di oguno di loro.
Dall’altra parte però sta generando scompensi economici a tutte quelle realtà collaterali che lavorano nel territorio con le aziende e le persone che le frequentano.
Esiste un’unica forma di contagio che si trasmette più rapidamente di un virus. Ed è la paura. Questo bellissimo aforisma di Dan Brown sintentizza un concetto importante. Tutti i piccoli imprenditori, che hanno visto chiudere le loro attività senza ricevere entrate economiche, come dovranno affrontare la situazione?
La paura, come la divulgazione di essa incidono negativamente sulla nostra psiche, e di conseguenza anche sul raggiungimento dei nostri obiettivi. Se consideriamo il momento in cui viviamo il coronavirus ha portato l’attenzione su di esso creando anche degli alibi per non andare avanti, allo stesso tempo però vedere chiudere la propria attività genera demotivazione e depressione ma soprattutto incapacità di ripartire o di rimettersi in gioco. Ora sta a noi decidere se accettare la situazione oppure provare ad agire per creare nuove opportunità, non è facile per nessuno ripartire da zero o al di sotto, ma la situazione è questa. Ricordiamo al mondo come gli imprenditori italiani sono capaci di rialzarsi.
Negli ultimi mesi, le strategie di marketing digitale hanno preso sempre più piede, grazie ai numerosi vantaggi che possono apportare rispetto a quelle di marketing convenzionale. Sono tenute sempre più in considerazione dalle aziende per la capacità di creare nuove opportunità di business. Come dovrà fare un’azienda per imporsi sul mercato?
Il marketing digitale ha moltiplicato le possibilità di sviluppare il proprio business, offrendo un raggiungimento più capillare e veloce rispetto al marketing tradizionale, proprio per questo motivo che ogni impresa che vuole essere presente sul mercato deve rendersi conto che è indispensabile esserci, deve offrire soluzioni ad hoc ma soprattutto far emergere i valori aziendali. Il prodotto di per sé non basta, necessita di molto altro dalla comunicazione al servizio qualità, solo cosi un’impresa potrà imporsi sul mercato, curando ogni minimo particolare coadiuvato dalla capacità visionaria dell’imprenditore.